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Salvator Rosa - Autoritratto
National Gallery - Londra
Napoli - Museo di Capodimonte
Salvator Rosa, tra mito e magia
19 aprile - 29 giugno 2008
Salvator Rosa nacque all’Arenella il 21 o 22 luglio del 1615. Il padre, Vito Antonio de Rosa, morì quando egli era ancora bambino e la madre, Giulia Greco lasciò lui ed i sui fratelli in custodia al nonno, Vito Greco. Questi lo mandò a studiare in un convento di padri Scolopi per diventare prete, ma salvatore aveva interesse per l’arte ed iniziò ad apprenderne i primi rudimenti da uno zio materno per poi lavorare al fianco del cognato Francesco Fracanzano e successivamente con Aniello Falcone e Jusepe de Ribera. Nel 1634 si stabilì a Roma dove vi soggiornò per due anni, dove ebbe contatti con la scuola dei bamboccianti.
Tornato a Napoli si dedicò all’esecuzione di paesaggi che vendette per pochi soldi. Decise di soggiornare nuovamente a roma nel 1638, ospite del cardinale Francesco Maria Brancaccio che gli commissionò il dipinto l’incredulità di Tommaso per l’altare della di chiesa santa Maria della Morte a Viterbo. Salvatore si espresse anche in altri campi della creatività come la poesia, la recitazione e la musica.
Nel 1639, su invito del cardinale Giancarlo de Medici si stabilì a Firenze dove restò per otto anni, influenzando con la sua tecnica pittorica , numerosi artisti del tempo. In questo periodo compose il poema Il Malmantile Racquistato e durante il suo soggiorno a Volterra presso Giulio e Ugo Maffei, compose le sue satire:musica, poesia, pittura e guerra;nello stesso periodo fece il suo autoritratto, oggi esposto alla National Gallery a Londra.
Rosa fu anche soprannominato Salvator delle Battaglie per via delle numerose rappresentazioni pittoriche di grandiose scene di battaglia. Suggestive sono anche le sue opere dal tono esoterico e magico come streghe e incantesimi (1646, Natonal Gallery) ed i temi allegorici e filosofici (la fortuna, Paul Getty museum).
Fatto ritorno a Napoli nel 1646, simpatizzò per l’insurrezione popolare guidata da Masaniello e si dice che partecipò assieme ad altri pittori come Falcone, Porpora e Domenico Vaccaro alla compagnia della morte, così detta perchè i suoi affiliati uccidevano gli spagnoli nelle strade della città per vendicarsi della morte di un loro amico. Disciolta la compagnia, per l’arrivo a Napoli degli austriaci, Rosa fuggì a Roma dove realizzò alcuni dipinti improntati verso un gusto di tipo classico come la morte di Socrate. Durante gli ultimi anni di vita dipinse due opere a soggetto mitologico-morale: humana fragilitas ( Fizwilliam museum di Cambridge) e lo spirito di samuele evocato davanti a Saul dalla strega Endsor, oggi esposto al Louvre di Parigi. Morì a roma il 15 dicembre 1673 e fu sepolto in Santa Maria degli Angeli.
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