The Valley of Unrest
The Valley of Unrest
Once it smiled a silent dell
Where the people did not dwell;
They had gone unto the wars,
Trusting to the mild-eyed stars,
Nightly, from their azure towers,
To keep watch above the flowers,
In the midst of which all day
The red sun-light lazily lay.
Now each visitor shall confess
The sad valley's restlessness.
Nothing there is motionless —
Nothing save the airs that brood
Over the magic solitude.
Ah, by no wind are stirred those trees
That palpitate like the chill seas
Around the misty Hebrides!
Ah, by no wind those clouds are driven
That rustle through the unquiet Heaven
Uneasily, from morn till even,
Over the violets there that lie
In myriad types of the human eye —
Over three lilies there that wave
And weep above a nameless grave!
They wave: — from out their fragrant tops
Eternal dews come down in drops.
They weep: — from off their delicate stems
Perennial tears descend in gems.
(E. A. Poe - 1831)
La Valle dell' Inquietudine
Un tempo sorrideva silenziosa
una piccola valle dove nessuno più abitava:
la gente era partita per le guerre,
affidando ai miti occhi delle stelle, a notte,
dalle alte torri azzurre, la custodia
di quei fiori, sopra i quali, per tutto il giorno,
pigramente indugiava la rossa luce del sole.
Ora invece al viandante che di lì passasse
si mostrerebbe il tristo stato di quella valle.
Nulla è ora lì che stia senza un moto:
nulla, tranne l'aria che immobile sovrasta
su quella magica solitudine.
Oh, non un soffio più sommuove quelle fronde,
che ora palpitano come gelide onde
d'intorno alle nebbiose, lontane Ebridi!
Oh, non un vento sospinge quelle nuvole,
che con gravezza si spostano nel cielo inquieto,
dal chiaro mattino fino a sera,
sui fitti campi delle viole non colte –
miriadi d'occhi umani d'ogni foggia –
e sui gigli che ondeggiano e gemono
sopra una tomba che non ha nome!
Ondeggiano: dalle cime profumate
rugiade cadono in gocciole immortali.
Gemono: dagli steli delicati
discendono gemme d'eterne lacrime.