venerdì, marzo 21, 2008

Alla mia nazione

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
(P.P. Pasolini)

mercoledì, marzo 19, 2008

LA PENDOLA A CARILLON

La vecchia pendola a carillon
veniva dalla Francia forse dal tempo
del secondo impero.
Non dava trilli o rintocchi ma esalava
più che suonare tanto n’era fioca la voce
l’entrata di Escamillo o le campane
di Corneville: le novità di quando
qualcuno l’acquistò: forse il proavo
finito al manicomio e sotterrato
senza rimpianti, necrologi o altre
notizie che turbassero i suoi non nati nipoti.
i quali vennero poi e vissero senza memoria
di chi portò quell’oggetto tra inospiti mura sferzate
da furibonde libecciate – e chi
di essi ne udì il richiamo? era una sveglia
beninteso che mai destò nessuno
che non fosse già sveglio. Io solo un’alba
regolarmente insonne tradii l’ectoplasma
vocale,il soffio della toriada,
ma appena per un attimo. Poi la voce
della boite non si estinse ma si fece parola
poco udibile e disse non c’è molla né carica
che un giorno non si scarichi. Io ch’ero
il Tempo lo abbandono. Ed a te che sei l’unico
mio ascoltatore dico cerca di vivere
nel fuordeltempo, quello che nessuno
può misurare. Poi la voce tacque
e l’orologio per molti anni ancora
rimase appeso al muro. Probabilmente
v’è ancora la traccia sull’intonaco.

(Eugenio Montale - Diario del '71 e del '72)

lunedì, marzo 17, 2008

Nei miei primi anni .....



Nei miei primi anni abitavo al terzo piano
e dal fondo del viale dei pitòsfori
il cagnetto Galiffa mi vedeva
e a grandi salti dalla scala a chiocciola
mi raggiungeva. Ora non ricordo
se morì in casa nostra e se fu seppellito
e dove e quando. Nella memoria resta
solo quel balzo e quel guaito né
molto di più rimane dei grandi amori
quando non siano disperazione e morte.
Ma questo non fu il caso del bastardino
di lunghe orecchie che portava un nome
inventato dal figlio del fattore
mio coetaneo e analfabeta, vivo
meno del cane, e strano, nella mia insonnia

(Eugenio Montale - Quaderno di quattro anni)

domenica, marzo 16, 2008

Cappella di S. Maria dei Martiri, Cimitero - Roscigno Vecchia (Sa) - Agosto 2007



Non è ancora provato che i morti
vogliano resuscitare.
A volte li sentiamo in mezzo a noi
perchè questa è la loro eredità.
Non è gran cosa, un gesto, una parola
eppure non spiega nulla
dire che sono scherzi della memoria.
La nostra testa è labile, non può contenere
molto di ciò che fu, di ciò che è o che sarà;
la nostra testa è debole, fa un'immane fatica
per catturare il più e il meglio di un ectoplasma
che fu chiamato vita e che per ora
non ha un nome migliore.

(E. Montale - Quaderno di quattro anni)